Un paio di anni fa (2017) abbiamo ricevuto una menzione speciale con il nostro progetto “Multilinguismo ed educazione alla pacepartecipando alla “Call for innovative solutions 2015” promosso dalla Transatlantic Forum on Inclusive Early Years-soluzioni innovative per la prima infanzia, nella sezione “multilinguismo”. www.tfieyitalia.org

Il progetto è stato elaborato integrando la descrizione del nostro orientamento pedagogico con il percorso didattico dell’anno scorso (2014-15) “Ti racconto una storia … percorsi individuali e di gruppo.

La motivazione della menzione riguarda “l’attenzione alla multiculturalità, al linguaggio e alla ricerca di una comunicazione più profonda”.

Il 27 gennaio siamo state invitate a partecipare al terzo convegno nazionale “Sistemi integrati e multilinguismo nei servizi per la prima infanzia” che si terrà a Roma.

Insomma una gran bella soddisfazione!!!! 

Molti dei temi sviluppati da quel progetto sono diventati ormai parte integrante del nostro progetto pedagogico e didattico.

Per chi fosse interessato a leggere una sintesi del progetto presentato, qui di seguito scoprirete quello che abbiamo cercato di fare. Buona lettura…

 

I principi della comunicazione non violenta e dell’educazione alla pace[1]basati sul rispetto reciproco, sull’ascolto dei bisogni e sull’empatia sono i nostri capisaldi e su questi costruiamo la programmazione delle attività didattiche e di routine. Dal 2014 Il mulino a vento ha cambiato nome (il mulino a vento-green school) e sede e da allora la struttura si avvale di insegnanti bilingue italiano-inglese e italiano-tedesco e esperti in propedeutica musicale, che studiano percorsi di apprendimento linguistico precoce, aumentando l’esposizione alle diverse lingue attraverso l’ascolto, il gioco, e la musica.

Il crescente fenomeno migratorio e la collocazione della nostra struttura in un contesto (Pontevigodarzere) alla periferia della città di Padova hanno gradualmente cambiato la nostra utenza e i bisogni da essa espressi.

L’interessamento nei confronti delle diverse forme di comunicazione (verbale e non verbale) e l’introduzione di insegnanti bilingue è nato in risposta alle nuove esigenze del nostro territorio e ai bisogni manifestati negli ultimi anni dalle famiglie che gravitano attorno al nostro servizio 0-6 (oltre ad essere un nido, forniamo consulenze per genitori, percorsi di formazione per educatori e famiglie, corsi pomeridiani per bambini…).

Nonostante la natura privata del nido, hanno avuto accesso al servizio ogni anno famiglie di diversa nazionalità, famiglie di origine mista, bambini adottati provenienti da vari Paesi, bambini ospitati in comunità. Allo stesso tempo la migrazione di famiglie italiane in Paesi che offrono migliori possibilità lavorative sta creando una richiesta sempre maggiore di percorsi propedeutici all’insegnamento delle lingue straniere.

Obiettivi generali del progetto “multilinguismo ed educazione alla pace”:

  • Esprimersi in modi diversi per il gusto di farlo (non c’è nessun bambino sordo ma impariamo il linguaggio dei segni)
  • Favorire la co-esistenza delle differenze (etniche, linguistiche, culturali…) attraverso la conoscenza e valorizzazione delle stesse
  • Migliorare aspetti comunicativi che possano incrementare gli strumenti da utilizzare quando la situazione lo richiede, non solo per risolvere problemi contingenti. So che esistono tante lingue, le ascolto, le canto e le vivo per il valore della conoscenza e apertura
  • Sviluppare nei bambini la possibilità di comunicare in modo non violento e globale perché l’esplorazione avviene attraverso i sensi, il corpo e la comunicazione attraverso codici linguistici diversi (verbale, paraverbale, non verbale)

Nello specifico:

  • Titolo del percorso: “TI RACCONTO UNA STORIA … percorsi individuali e di gruppo”

Sulla base di questi presupposti è nato il progetto didattico dell’anno scorso (2014-15);

dall’esigenza di dare spazio e visibilità a tutti linguaggi dei bambini si sono sviluppati incontri in lingua inglese e tedesca attraverso un percorso che stimolasse la narrazione plurilingue (in italiano, inglese e tedesco);

dalla curiosità di scovare nuove forme di espressione, verbali e non verbali, abbiamo proposto la collana di libri che incoraggia la scoperta del linguaggio dei segni (lis) per abbattere le barriere comunicative e culturali;

dalla naturale propensione a materializzare il pensiero attraverso il gesto abbiamo tradotto con i segni grafici le storie che abbiamo usato come sfondo integratore (dallo scarabocchio al disegno);

per conquistare l’interesse dei bambini verso culture sconosciute abbiamo abbinato piatti tipici e musiche tradizionali ai percorsi linguistici.

In ultimo abbiamo valorizzato la nostra competenza “emotiva” di insegnanti derivata dalla specifico orientamento pedagogico della formazione del Centro e abbiamo tradotto nelle varie lingue il linguaggio “giraffa”[2](o linguaggio del cuore) da noi utilizzato. Cerchiamo cioè di esprimere bisogni ed emozioni, di esprimerci senza valutazioni e attraverso messaggi in prima persona per insegnare ai bambini ad utilizzare lo stesso linguaggio, ampliando il loro vocabolario emotivo nelle varie lingue proposte.

Il nostro obiettivo primario resta quello di rafforzare il senso di identità di ciascun bambino, rispettando le differenze linguistiche e culturali sia del bambino che della famiglia, attraverso la valorizzazione delle caratteristiche che fanno unico quel soggetto.

Obiettivi specifici del progetto:

  • Aumentare la consapevolezza dell’esistenza di tante lingue/linguaggi diversi dal proprio
  • Incrementare la capacità di distinguere suoni non appartenenti al proprio idioma
  • Facilitare l’integrazione attraverso il linguaggio musicale e le onomatopee
  • Sviluppare la curiosità verso le diverse forme comunicative
  • Valorizzare gli aspetti sconosciuti di altre culture
  • Sviluppare un’attitudine positiva verso le diverse lingue, sia l’ascolto che la produzione
  • Comunicare le proprie emozioni con gesti, segni, suoni e parole in piccolo gruppo

Progetti specifici condotti durante l’anno:

  • Ti racconto una storia: ci siamo focalizzati sulle diversità delle identità che si intrecciano per creare molteplici narrazioni di gruppo. A dar voce a queste storie sono stati i bambini stessi, aiutati dalle insegnanti, che, attraverso giochi, “interviste” e osservazioni, hanno costruito un racconto lungo un anno. Attraverso la lettura di testi classici ai bambini viene proposto di scomporre le storie, di vederle attraverso nuovi linguaggi e di interpretarle, disegnarle, raccontarle in mille modi e con i linguaggi di cui sono capaci.
  • Inglese: le insegnanti creano vari momenti in cui sostituiscono l’italiano con l’inglese (a merenda, nel pomeriggio…) traducendo attività concrete e già conosciute dai bambini. Un’ora alla settimana viene invece inserita nell’attività curriculare della programmazione seguendo alternativamente il metodo “Hocus and Lotus” o le proposte dell’insegnate bilingue. Tutti i bambini sono coinvolti.
  • Tedesco: modulo di incontri in tedesco con lettura di testi già conosciuti in italiano e inglese, ascolto di canzoni, prime produzioni linguistiche. Il gruppo coinvolto è quello dei divezzi.
  • Ritmìa-propedeutica musicale: un percorso di avvicinamento alla musica attraverso il gioco, il movimento, il respiro che, utilizzando suoni ed onomatopee al posto del linguaggio, facilita l’integrazione tra bambini, senza preclusioni linguistiche
  • Nati per la Lettura: inseriti nella settimanale proposta di narrazione, vengono aggiunti libri della collana Lis-linguaggio dei segni e lettura di libri in lingue diverse. Tutti i bambini sono coinvolti.
  • International library: prestito per genitori e bambini di libri pedagogici divulgativi delle teorie di riferimento del Centro, libri per l’infanzia nelle diverse lingue, anche con traduzione simultanea del testo, audio-libri sottotitolati, carta dei servizi tradotta in inglese.

Alla fine dell’anno scolastico i percorsi si intersecano, i linguaggi si scelgono a seconda delle preferenze ed il gioco della narrazione passa dall’adulto al bambino. Ogni bambino con il proprio linguaggio diventa narratore di una storia, la sua storia, e la rappresenta in piccolo gruppo (tre o quattro bambini) sostenuto dalle proposte dell’educatrice che diventa regista. Attraverso le competenze emotive “affinate”, siamo in grado di mettere ciascuno a proprio agio e farlo diventare protagonista, portatore di una storia da condividere, anche se ancora data l’età alcuni bambini non sanno parlare.

La documentazione attraverso fotografie, filmati, segni e disegni, la trascrizione di dialoghi e interviste mirate allo sviluppo del linguaggio è stata poi presentata a maggio 2015, durante la riunione di fine anno.

 

Soggetti coinvolti:

  • Educatori

La formazione professionale della nostra equipe (una psicologa, una coordinatrice, cinque educatrici, personale ausiliario) è volta a un processo teso alla costruzione di significati condivisi, di progetti educativi che non possono non tener presente i cambiamenti sociali e i diversi bisogni che il territorio manifesta. Questo principio teorico si traduce concretamente in un indispensabile cambiamento di atteggiamento nei confronti della formazione per lo sviluppo delle competenze. Quello che in precedenza caratterizzava il nostro Centro e i percorsi di formazione dello staff era un’attenzione particolare data alla pedagogia relazionale, all’educazione alla pace e alla non violenza attraverso lo sviluppo dell’intelligenza emotiva. La necessità di tradurre questi percorsi formativi in altri linguaggi è nata dalla richiesta del territorio di esplorare altre potenzialità e accrescere competenze per i propri figli.

  • Bambini

Attori competenti e portatori dei loro propri linguaggi, vanno ascoltati, compresi e valorizzati. Sono portatori di un bagaglio fondamentale, da condividere. Il loro entusiasmo e gradimento nei confronti dei percorsi linguistici proposti ci rende sempre più convinti del loro valore.

  • Famiglie

Portatrici di bisogni e domande di formazione-informazione, sono la nostra risorsa principale per confrontarci, creando momenti condivisi per quanto riguarda le nostre scelte pedagogiche e metodologiche. Esploriamo con loro i nostri percorsi condividendoli in itinere e a conclusione dell’anno scolastico con filmati realizzati con i bambini durante il corso dell’anno.

Sostenibilità in termini di costi e, altre risorse…

Il progetto è fonte di una formazione pedagogica che potrebbe essere accessibile come costi se l’aggiornamento annuale delle insegnanti si rivolgesse all’approfondimento delle teorie psicologiche e pedagogiche sopra esposte (educazione democratica o alla pace, comunicazione non violenta), accorpando più istituti o comprensori didattici per una formazione condivisa. Si può pensare ad un ciclo triennale di formazione che approfondisca l’attuale tema dell’intelligenza emotiva e delle sue componenti applicative per la gestione della rabbia, delle frustrazioni nonché della timidezza o delle paure, accompagnata dagli strumenti della comunicazione non violenta come l’ascolto attivo, il linguaggio in prima persona, la risoluzione creativa dei conflitti, il linguaggio giraffa….

L’ampliamento della biblioteca con testi sia pedagogici divulgativi che libri per bambini in lingue differenti viene incrementato ogni anno, ma si può partire con un piccolo numero.

La valorizzazione delle competenze personali già in possesso (educatrice bilingue italiano-tedesco, educatrici che hanno migliorato le loro competenze linguistiche inglesi) ha avuto per noi costi irrisori. Si può pensare però, se non sono presenti competenze linguistiche sufficienti, ad insegnanti esterni che progettino con la struttura dei percorsi linguistici ad hoc, integrati con le necessità pedagogiche del progetto educativo. Le nostre prime esperienze sono state proprio strutturate attraverso “moduli” di insegnamento della seconda lingua con un’insegnante madrelingua inglese che adottava il metodo “Hocus and Lotus”. Il passaggio successivo è stato quello di collegare le competenze linguistiche alla progettazione dei percorsi educativi.

Se non sono presenti risorse interne è spesso invece probabile che ci siano genitori disponibili a intervenire con il loro contributo nel progetto della scuola. Noi abbiamo inserito spesso “eventi-concerto” per i bambini del nido usufruendo delle competenze musicali dei genitori provenienti da luoghi che facessero conoscere nuove musicalità e strumenti.

L’esperienza è innovativa.

La nostra esperienza si è rivelata innovativa rispetto alla proposta che il territorio offre perché non ce ne sono altre che colleghino linguaggio-espressione emotiva-comunicazione non violenta al nido, in un’ottica di conoscenza e integrazione. E’ innovativa perché è indirizzata a tutti i bambini, anche diversamente abili,  può essere adattata a seconda dell’età, è ripetibile di anno in anno, è sfruttabile da altre realtà perché si colloca in un’area di accoglienza e traduzione nei linguaggi più disparati, può essere ampliata nelle varie lingue, può essere fonte di conoscenza di nuove culture attraverso il linguaggio condiviso delle emozioni…

Non necessita di risorse economiche notevoli, solo di tempo, valorizzazione delle risorse esistenti e volontà di attuare un percorso che colleghi didattica e principi pedagogici.

 


[1]Rosenberg M., Le parole sono finestre (oppure muri). Introduzione alla comunicazione non violenta, esserciedizioni

[2]Costetti V. e Mrazek N., al nido con la comunicazione non violenta, esserciedizioni

 

Un ringraziamento speciale a tutto lo staff coinvolto, che da allora mantiene e sviluppa le basi da cui siamo partite per realizzare il progetto!

Comment (1)

  • Paolo
    Paolo

    Ho trovato l’articolo incredibilmente interessante: da non perdere

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