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Cosa vuol dire coltivare semi di nonviolenza nella nostra pratica quotidiana, dall’osservazione al linguaggio.

L’educazione non violenta è un approccio che pone al centro il rispetto, l’amore, l’ascolto e la comprensione dei bisogni. Può trovare applicazione in vari ambiti della vita, ma qui esploreremo come sia importante conoscerne alcune basi teoriche per applicarlo nella pratica educativa dei bambini più piccoli.

Il pensiero educativo, ispirato alla comunicazione non violenta di Marshall Rosemberg, che ci guida da ormai parecchi anni (da 2008 abbiamo iniziato la formazione delle educatrici seguendo gli spunti presi delle teorie dell’educazione democratiche, dell’educazione alla pace e dell’educazione non violenta) può dunque essere applicato anche nei nidi, creando un ambiente che promuove la crescita emotiva, cognitiva e sociale dei più piccoli.

In questo articolo, esplorerò l’importanza dell’educazione non violenta fin dalla più tenera età e fornirò alcune strategie pratiche.

La Base dell’Educazione Nonviolenta

L’educazione non violenta parte dal presupposto che tutti gli esseri umani siano capaci di compassione intesa come possibilità di “provare con”, di connettersi gli uni agli altri attraverso quei circuiti emotivi che ci fanno emozionare ascoltando una melodia, che ci fanno piangere davanti alle storie inventate di un libro o di un film e che ancor di più ci connettono a chi ci troviamo di fronte, di qualsiasi statura sia.

Cosa da sapere per iniziare a muoversi in un contesto di educazione nonviolenta al nido

1.Rispetto per l’Individualità: Ogni persona è un individuo unico con bisogni, desideri e personalità senza uguali. Un approccio non violento tiene conto di queste differenze e rispetta il percorso di sviluppo di ciascun bambino/a. Ci insegna ad osservare prima di reagire, sposta la nostra attenzione e il nostro punto di vista sul “cosa c’è sotto” i comportamenti e le azioni, sui bisogni che le hanno generate. Come fare? Esercitate l’ascolto attivo.

Ascolto Attivo: Dedicate tempo ad ascoltare i bambini. Non chiedete loro come si sentono, ma cercate di verbalizzare quali potrebbero essere le emozioni che provano in quel determinato momento. Osservare il non verbale e il para-verbale è fondamentale per capire per aiutateli a costruire un vocabolario emotivo per potersi esprimere. Questo li aiuterà a sviluppare una sana consapevolezza emotiva.

 

2.Comunicazione Empatica: empatia è una competenza sociale fondamentale, un atteggiamento che ci spinge verso l’altro, un tentativo di connetterci per avere una comprensione senza giudizio dell’altrui stato d’animo. Comunicare con empatia è essenziale per sviluppare relazioni interpersonali soddisfacenti, e… notizia che non tutti sanno: è presente e si può esercitare già prima dei due anni di vita. Per noi adulti significa imparare ad osservare i segnali, ascoltare attentamente i bisogni e le emozioni dei bambini/e, senza giudicare o punire, aiuta a costruire un rapporto di fiducia, basato sulla connessione emotiva.

Sviluppare l’Empatia al nido: Promuovete l’empatia quando si presenta l’occasione durante la giornata o progettate percorsi di approfondimento dedicati (gli albi illustrati in questo ci aiutano molto). Domande come “Come pensi si senta il tuo amico?” o “Come ti sentiresti al suo posto?” aiutano i bambini a comprendere i sentimenti e gli stai d’animo degli altri.

 

3.Soluzione dei Conflitti: Invece di impartire premi e punizioni come strumento di trasformazione del comportamento, l’educazione non violenta incoraggia i bambini e le bambine a dirigere il loro agire attraverso scelte personali, esprimendo le proprie esigenze, a risolvere i conflitti in modo costruttivo, trovando soluzioni personalizzate. Gestire le emozioni vuol dire comunicarle in modo consapevole, trovare soluzioni pacifiche significa attraversare il conflitto per trovare soluzioni, a volte anche scomode, ma decise con la collaborazione tra le parti interessate. Per risolvere i conflitti serve immaginazione e umorismo… ma di questo parleremo un’altra volta.

Litigare insieme: Quando sorgono conflitti tra i bambini, guidateli nella ricerca di soluzioni condivise, non ponetevi come un giudice che decide cosa è giusto o sbagliato in quella determinata situazione, ma chiedete la loro opinione e incoraggiate la cooperazione. I bambini imparano molto osservando gli adulti. Vedere che si può essere in conflitto e trovare una soluzione soddisfacente per tutti insegnerà in modo indiretto processi di soluzione del conflitto creativi. Impariamo a stare, a risolvere situazioni scomode con il dialogo. Da qui l’importanza di un linguaggio ampio e consapevole.

 

4.Linguaggio: Cercate di individuare i bisogni di piccoli, perché si stanno comportando in quel determinato modo? Usate parole che esprimano le vostre emozioni a riguardo e invitate i bambini a fare lo stesso. Sembra difficile…ed infatti lo è. Ma è un inizio per cercare di parlare con in modo rispettoso e gentile, evitando urla o punizioni (attenzione, anche il ritiro dell’affetto può essere una punizione, ma anche di questo parleremo un’altra volta!).

I Benefici dell’Educazione Nonviolenta

L’educazione non violenta al nido offre numerosi vantaggi:

  • Per i bambini e le bambine

Aiuta a sviluppare una sana autostima, a gestire le emozioni in modo positivo e a costruire relazioni più forti. Inoltre, favorisce una migliore comunicazione e risolve i conflitti in modo costruttivo, preparando i nostri ospiti per affrontare sfide future, al di fuori del nido.

  • Per le educatrici e gli educatori

Sviluppa strategie basate sul reciproco rispetto ed ascolto. Facilita la realizzazione di un ambiente sereno e comprensivo dei bisogni dei bambini e delle bambine, funge da modello a cui ispirarsi per risolvere tutte le criticità che si presentano in un lavoro complesso come questo. Sposta il punto di vista, spesso saldamente ancorato alla nostra educazione ricevuta, verso nuovi modi di guardare il mondo.

In conclusione, l’educazione non violenta nel nido crea un ambiente amorevole e rispettoso in cui i bambini possono crescere sereni. Implementare questo approccio richiede impegno e pratica costante da parte degli educatori, ma i risultati sono preziosi. Ciascun individuo merita di essere educato con amore e rispetto, e l’educazione non violenta offre il percorso per farlo.

 

Amplierò alcune di questi punti nei prossimi articoli con esempi pratici per chiarire come si articola il lavoro delle educatrici nel nostro nido.

 

 

 

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