Il colloquio per creare finestre e abbattere muri.

Come applicare la comunicazione nonviolenta durante un colloquio.

Il colloquio tra le famiglie e le educatrici del nido rappresenta un momento fondamentale di confronto e condivisione. Durante questi incontri, non solo parliamo del benessere e dello sviluppo dei piccoli/e, ma condividiamo insieme le tappe della crescita e di un percorso educativo condiviso.

La comunicazione nonviolenta è al centro del nostro approccio pedagogico: condividere idee anche differenti dalle nostre può essere difficile, ma la sfida è proprio quella di portare il punto di vista come alternativa e ampliamento di orizzonte, che offra la possibilità di cambiamento per chi volesse acquisire o approfondire strumenti educativi e buone pratiche quotidiane di cui l’equipe del Mulino a vento si fa portavoce.

In questa ottica il colloquio ha come obiettivo, oltre ad allacciare la relazione con le famiglie ed offrire informazioni riguardo il bambino/a, quello di utilizzare le competenze acquisite in formazione per promuovere idee che sostengano il progetto educativo di cui siamo portatrici come gruppo di lavoro. Crediamo fortemente che la collaborazione tra genitori e educatrici sia la chiave per costruire un rapporto di fiducia che possa migliorare l’ascolto e la comunicazione.

Le competenze comunicative da “risvegliare” perché il colloquio sia efficace riguardano alcune nozioni di base sulla comunicazione che possono essere tenute in considerazione. Nell’ottica di un colloquio con le famiglie è importante essere il più possibili consapevoli degli aspetti:

  1. non verbale: sguardi, espressioni del viso, gesti veicolano il messaggio che state trasmettendo. Anche non volendo possiamo esprimere giudizi e valutazioni attraverso il non verbale. Teniamo il più possibile presente che quello che pensiamo “passa” attraverso il non verbale. Condividere con l’equipe anche giudizi, sensazioni, frustrazioni legate al proprio vissuto aiuta a prendere consapevolezza dei messaggi che si possono veicolare involontariamente.
  2. para-verbale: come ci poniamo attraverso il tono della voce, il volume, il ritmo dell’eloquio… Se i contenuti da esporre sono stati preparati e sono sufficientemente chiari, l’esposizione dovrebbe risultare sicura, espressa con un ritmo vivace. Per questo fare simulazione di colloqui e prove condivise in supervisione possono servire a rendervi più sicure e veicolare il reale messaggio che volete esprimere, consapevoli che la pratica aiuta la sicurezza.
  3. verbale: le parole creano mondi. Usiamole con attenzione e consapevolezza. Lo studio di un utilizzo consapevole del linguaggio ci fa scegliere le parole con cura. Le etichette sono espressione semplificate di ciò che vogliamo descrivere; quindi, utilizziamole per aiutarci a “illuminare” e descrivere i comportamenti che sottendono discostandoci dal giudizio che spesso evocano. Le frasi, allo stesso modo, per sottrarsi al giudizio possono essere pensate come espressione di messaggi in prima persona, che descrivono il proprio punto di vista calato nella contingenza.

Per approfondire metto alcuni link che trovate nel blog.

Per poter comprendere come la comunicazione nonviolenta può venirci in aiuto nella pratica, bisogna essere consapevoli che è necessaria una conoscenza approfondita che qui daremo per scontata. Per approfondimenti consultare gli articoli su questo blog e la bibliografia in essi contenuta:

https://www.ilmulinoavento.org/educazione-non-violenta/educazione-al-nido-per-noi-e-educazione-non-violenta/

https://www.ilmulinoavento.org/libri/litigare-con-metodo/

https://www.ilmulinoavento.org/education/multilinguismo-ed-educazione-alla-pace/

Ma concretamente come fare?

Ecco alcuni esempi.

Vediamo alcuni esempi concreti di come esprimertisi in modo che la comunicazione nonoviolenta ci sia di come supporto.

Descrivere i comportamenti osservati al posto di utilizzare etichette (timido, aggressivo, timoroso, litigioso, iperattivo, pigro…) che sottendono il giudizio di chi le esprime sul comportamento del bambino/a).

Es: timido può essere espresso dalla descrizione della situazione in cui il comportamento viene messo in atto “quando ci sono situazioni in cui ci si deve esprimere/muovere all’interno del gruppo …

CASA FA IL BAMBINO/A? si mette in disparte/abbassa gli occhi/rifiuta il contatto/rifiuta di partecipare attivamente…” e

COSA PREFERISCE FARE?  guardare/fare altro/nascondersi/disturbare

PER QUANTO TEMPO? per un po’/per tutta la durata del gioco.

COSA FACCIAMO NOI? Cerchiamo di individuare il suo BISOGNO sottostante e di esprimerlo attraverso domande dirette o osservazioni ES: “vedo che non ti senti a tuo agio/ti infastidisce/hai paura …

LE RICHIESTE per cercare alternative e reinserirlo/a nel gioco o rispettare il suo desiderio. Le richieste non sono pretese. Ricordiamoci che esiste la possibilità di rispondere NO.

In sintesi, alcuni punti da tener sempre (anche se “sempre” è una di quelle parole che non dovremmo usare…) presente:

  1. Descrivere i comportamenti messi in atto, specifici e contestualizzati, attraverso osservazioni fatte al nido.
  2. Usare il più possibile messaggi in prima persona per esprimere le proprie emozioni e sensazioni riguardo quanto stiamo descrivendo.
  • Evitare termini che possono indicare stati d’animo come “mi sento offeso/deluso…” perché implicano un giudizio sulla persona che ha offeso/deluso te e non indicano solo come ci si sente
  1. Cercare di sostituire le parole SEMPRE/MAI con indicatori di frequenza più veritieri specificando il contesto in cui tali comportamenti si verificano
  2. Sintetizzare la modalità di risoluzione creativa e generativa dei conflitti che promuoviamo tra i bambini attraverso esempi concreti
  3. Il racconto di quello che succede a casa va ascoltato. Non si dispensano consigli ma si può riportare a situazioni similari che avvengono in asilo descrivendo come agiamo in tale contesto (l’apprendimento per imitazione riguarda anche i genitori)
  • Se vengono segnalate situazioni molto critiche se ne parla in supervisione prima di consigliare la possibilità di consulenze e/o percorsi di supporto come psicomotricità/logopedia…

Il colloquio può iniziare con un breve resoconto del periodo che separa l’incontro dall’ambientamento o dall’inizio dell’anno. Ci sono stati cambiamenti nelle modalità di entrata o ricongiungimento? Le routine (pasti, nanne, cambio pannolino…) sono state consolidate serenamente? Si sono strette nuove relazioni?

Procederemo poi con un racconto colloquiale della vita al nido: la descrizione di come quotidianamente, nelle routine e attraverso i progetti didattici, costruiamo un ambiente sereno e rispettoso al nido, può diventare il pretesto da cui partire per raccontare concretamente la giornata o alcuni aneddoti.

 

Per sviluppare le aree di sviluppo che verranno prese in considerazione nel colloquio (cognitive, motorie, sensoriali, linguistiche, relazionali) mettiamo l’accento sui lati positivi dei bambini/e ma anche sulle criticità.

Possiamo procedere con il resoconto delle diverse aree di competenza utilizzando una modalità di racconto, attraverso anche alla narrazione di episodi significativi.

Aree di Interesse nei Colloqui Famiglia-Nido

Di seguito, le principali aree di interesse che prenderemo in considerazione:

  1. Area Cognitiva

Questa area riguarda lo sviluppo del pensiero, della curiosità e della capacità di risolvere problemi. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: evidenzieremo i progressi nella capacità di concentrazione, l’interesse per le attività esplorative e il modo in cui il bambino/a affronta le novità.
  • Criticità: parleremo di eventuali difficoltà nel mantenere l’attenzione o nell’elaborare semplici sequenze logiche, proponendo strategie condivise per stimolare la curiosità e l’apprendimento.
  1. Area Motoria

L’evoluzione delle capacità motorie è fondamentale per l’autonomia e la sicurezza del bambino/a. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: sottolineeremo i traguardi raggiunti, come il miglioramento dell’equilibrio, la coordinazione e l’abilità nei movimenti fini con esempi concreti.
  • Criticità: analizzeremo eventuali difficoltà, come obiettivi non ancora raggiunti nello sviluppo motorio o una scarsa fiducia nei movimenti, suggerendo attività che possano stimolare le competenze motorie.
  1. Area Sensoriale ed Esplorativa

Questa area coinvolge i sensi e l’interazione del bambino/a con l’ambiente. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: valorizzeremo il desiderio di esplorare, la curiosità verso nuove esperienze e la capacità di rispondere positivamente agli stimoli sensoriali.
  • Criticità: discuteremo eventuali sensibilità particolari (es. fastidio per certi materiali o suoni) o difficoltà nel gestire stimoli complessi, suggerendo attività che favoriscano un’esperienza sensoriale armoniosa se messi in atto al nido.
  1. Area Relazionale ed Emotiva

Lo sviluppo sociale ed emotivo è cruciale per costruire relazioni positive. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: metteremo in evidenza la capacità di interagire con i coetanei (gioco appropriato tra pari, in autonomia o supportato) e gli adulti (riconoscimento e ricerca di supporto), l’empatia e la capacità di esprimere emozioni.
  • Criticità: parleremo di eventuali difficoltà nella gestione delle emozioni (es. frustrazione, timidezza o aggressività), offrendo suggerimenti concreti che qui utilizziamo per aiutare il bambino/a a sviluppare maggiore sicurezza e capacità relazionali.
  1. Area Linguistica e Comunicativa

Il linguaggio, sia verbale che non verbale, è uno strumento fondamentale per esprimere pensieri ed emozioni. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: celebreremo i progressi nel vocabolario, nella capacità di esprimere bisogni e nella comprensione del linguaggio.
  • Criticità: rifletteremo su eventuali difficoltà nel ritmo di sviluppo del linguaggio, proponendo le nostre strategie mirate per stimolare la comunicazione.
  1. Area dell’Autonomia

L’autonomia rappresenta una pietra miliare nello sviluppo del bambino/a. Durante il colloquio:

  • Punti di forza: metteremo in evidenza le conquiste quotidiane, come il vestirsi, il mangiare in modo autonomo e la gestione delle emozioni.
  • Criticità: discuteremo eventuali difficoltà nell’acquisizione di nuove autonomie, cercando soluzioni personalizzate per supportare il bambino/a.

Focus Positivo e Collaborazione
In ogni colloquio, il nostro obiettivo è mettere in luce i progressi e i punti di forza di ciascun bambino/a, adottando un approccio costruttivo per affrontare insieme le eventuali criticità. Siamo convinte che, grazie alla collaborazione tra genitori ed educatrici, sia possibile creare un ambiente che favorisca la crescita serena ed armoniosa dei nostri piccoli/e.

 

Se sei interessata/o ad approfondire le tematiche relative al colloquio nido-famiglia seguendo il nostro approccio scrivimi per una consulenza o un corso di formazione.

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Alessia Pitrelli

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